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Bolivia da scoprire
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Posta al fondo di una grande spaccatura, un Cañon che sprofonda per circa 1000 metri sotto il livello dell’altopiano, dominata dalle lucenti nevi dell’Illimani che raggiunge i 6462 m. e dell’Illampu (7010 m), La Paz offre un colpo d’occhio indimenticabile quando si arriva dall’aeroporto El Alto che a 4.018 m. di altitudine è il più alto del mondo. Il Choqueyapu che ha creato con la lenta erosione il cañon, sta anche all’origine della città: lungo le sue rive infatti furono trovate dagli spagnoli pagliuzze e pepite d’oro e ciò spinse Alfonso de Mendoza a fondare nel 1548 la città di Chuquiapu alla confluenza delle due valli formate dal rio La Paz e dal Choqueyapu, per dare una dimora al riparo dai venti gelidi dell’altopiano a chi lavorava nelle miniere. La città prese il nome di La Paz de Ayacucho in onore e ricordo della battaglia del 09 dicembre 1824 che sancì l’indipendenza dagli Spagnoli. La città coloniale non ebbe però grande sviluppo e, dopo un’effimera fioritura dovuta allo sfruttamento dell’oro, fu soppiantata dalla vicina Chuquisaca che, col nome di Sucre, divenne (ed è tutt'oggi) la capitale del Paese. |
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La storia di La Paz è quella di un popolo che non ha mai voluto subire passivamente le imposizioni e i
soprusi. Spesso scoppiavano violente ribellioni tra la popolazione
indigena, già insofferente dell’autorità Inca, e poi di quella
spagnola e della nobiltà di origine incaica, che aveva mantenuto intatti
prerogative e diritti divenuti ormai anacronistici e intollerabili dopo
tanti secoli, in un contesto storico e sociale profondamente mutato. Il
movimento più importante, quello che sembrò travolgere tutto
l’ordinamento del vicereame e che vide gli spagnoli a un passo della
catastrofe iniziò il 4 novembre 1780 quando il ricco cacique meticcio
Josè Gabriel Condorcanqui, viste vane le sue suppliche e le sue richieste
legali di maggior giustizia verso gli indios poveri da parte delle autorità
corrotte, tese un agguato al corregidor Arriaga, lo imprigionò e lo fece
impiccare. La rivolta aperta dilagò allora per tutto l’altipiano e gli
eserciti inviati da Lima furono ripetutamente sconfitti
dall’improvvisato stratega, che cambiò il suo nome in quello di Tupac
Amaru. Messo insieme un esercito di oltre 50 mila uomini, Tupac Amaru pose
l’assedio a Cuzco, ma la guarnigione la difese e Tupac Amaru in seguito
fu ucciso. Fino a pochi anni fa la città
conservava ancora il suo tradizionale aspetto coloniale, ma il disordinato
sviluppo edilizio ha ormai irreversibilmente cambiato il volto della
città, che è oggi prevalentemente moderno. Ciò che invece non è
cambiato ed è rimasto immutato nel tempo è lo scorrere della folla
prevalentemente formata da indios. Per le strade di La Paz, e più ancora nei
numerosi mercati, i colori violenti degli scialli e delle ampie sottane delle donne e i loro copricapi a bombetta costituiscono da soli un
continuo e avvincente spettacolo. da scoprire in particolare: la Cattedrale, la chiesa di San Francisco, il Museo Nacional de Arte, Museo Nacional de Arqueologia, Casa del Murillo, la Valle della Luna situata a 12 km a sud di La Paz.
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Tiahuanaco (Tiwanaku) |
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E’
il centro archeologico più importante della Bolivia. Ubicato a 3.825
metri d’altitudine, Tiahuanaco (a 74 Km. circa da La Paz) è la prima
località che si offre allo sguardo del turista che dal Perù percorre la
strada da Puno a La Paz. Le rovine di Tihuanaco si presentano oggi come
vari gruppi di
costruzioni distanziate tra loro; i più importanti complessi sono:
Acapana, Kalasasaya, Tempio sotterraneo, Putuni, Pumapuncu.
Tutte le costruzioni di Tiwanaku seguono i rigidi principi di ingegneria,
matematica, astronomia, acustica e idraulica. La sparizione di questa grande
civiltà è un enigma fino ad oggi. |
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Cochabamba |
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Cochabamba era
fino a poco tempo fa la seconda città della Bolivia per numero di
abitanti (circa 200.000) ed è una delle città con il clima più
gradevole: essa è infatti attraversata dal rio Rocha ed è sita a 2.500
m. di altitudine, fra fertili colline ricche di prodotti agricoli. Caratterizzata da molte case e chiese
coloniali (la città fu fondata nel 1542), a Cochabamba si tiene un
mercato in cui si possono trovare molti oggetti tipici dell’artigianato
boliviano come pelli di alpaca e vigogna, tappeti con antichi motivi
precolombiani, oggetti d’argento. |
Sucre |
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La
città di Sucre, situata a 2.790 m di altitudine, è la capitale di diritto secondo
la Costituzione Boliviana dato che qui fu firmata la dichiarazione di
indipendenza. Fondata nel 1538 con il nome di Charcas ha oggi circa
150.000 abitanti ed è una bella cittadina di aspetto coloniale, dal clima
salubre e dalle belle case di un bianco abbagliante. Centro della città
di Sucre è la Plaza 25 de Mayo su cui si affacciano la cattedrale seicentesca e la
casa de la Libertad, dove Sucre con altri generali vittoriosi elaborò la
costituzione della nuova repubblica. da scoprire in particolare: Cattedrale e il museo, Convento de San Felipe Neri, chiesa di Santa Monica, Casa de la Libertad.
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Potosì |
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Potosi, che conta oltre 100.000 abitanti è situata a 4.070 m di
altitudine ai piedi del Cerro Rico, così
detto per le sue grandi risorse minerarie, scoperte dagli Spagnoli nel 1545.
Dopo aver alimentato un flusso ininterrotto di argento per oltre due secoli,
trasformandosi in una delle città più ricche, vive e stravaganti del Sud
America, l’esaurirsi dei filoni argentiferi agli inizi dell’Ottocento diede
un duro colpo all’economia e alla vita stessa della città che, abbandonata
da gran parte della popolazione, sembrava destinata a trasformarsi in una
nuova Pompei. La scoperta e le nuove quotazioni dello stagno diedero però
nuovo impulso a Potosì, che oggi è ritornata ad essere
un importante centro minerario per l’estrazione di stagno e, in misura
ridotta di piombo, rame e argento. Con le sue strade strette e
pittoresche, i suoi palazzi coloniali che attestano i fasti del vicereame,
le sue belle chiese barocche, oggi Potosì è una delle città più
interessanti della Bolivia, quella che ha conservato bellissimi esempi di
arte rinascimentale e barocca ispanica. da scoprire in particolare: il Palacio del Cabildo, il Convento di Santa Teresa, la Cattedrale, la Casa Real de la Moneda, la Chiesa della Compania.
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Santa Cruz |
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Fondata nel 1561 da coloni spagnoli provenienti dal
Paraguay, Santa Cruz è sita a
circa 450 m. di altitudine e ha clima caldo tropicale tranne quando il
"surazo", il vento freddo proveniente dalle Pampas
dell’Argentina fa improvvisamente abbassare la temperatura. La scoperta
di ricchi giacimenti di petrolio intorno agli anni sessanta nel Sud del
dipartimento, nonché di numerosi altri minerali ha tolto la città
dall’isolamento secolare e dal letargo, la costruzione di strade e di
una ferrovia ha favorito l’immigrazione di consistenti colonie anche
straniere (tedesche, sudafricani allevatori di bestiame, giapponesi e
altri) che hanno strappato terreni alla foresta, hanno introdotto tecniche
d’allevamento e redditizie colture d’avanguardia. Particolarmente
bella è la zona residenziale periferica, con ville e costruzioni sepolte
nel verde. Il Carnevale di Santa Cruz è assai rinomato e attira un gran numero di
visitatori che possono assistere a sfilate e danze per le strade, a feste
e musiche a getto continuo. I numerosi festival, i frequenti
festeggiamenti in occasione di ricorrenze religiose o civili dimostrano
che i cruzeños sono gli abitanti più allegri e simpatici di tutta la
Bolivia.
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Oruro |
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Oruro è abitata per la maggior parte da indios che lavorano nelle
miniere d’argento, stagno e tungsteno. Le vie strette che si intersecano
ad angolo retto, le case basse e spesso dipinte a colori vivaci, i tetti
con grandi falde spioventi, il clima freddo dei 3.700 m. fanno di Oruro la
tipica città dell’altopiano, severa, triste, priva di attrattive.
L’aspetto della città cambia radicalmente per carnevale, il sabato che
precede le Ceneri, quando tutta la popolazione si riversa compatta nelle
strade, protagonista e spettatrice di una delle feste più suggestive. In
quest’epoca si celebra la "Diablada", una specie di sacra
rappresentazione, un mistero medioevale in cui si mescolano motivi
cattolici e indigeni, dando luogo ad una pantomima fantasmagorica e
fantastica seguita e vissuta dagli indios che vi credono rappresentata la
lotta tra il bene e il male.
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