|
Cile da scoprire
|
|
||||
mappa | novità | info | prenota |
La Cordigliera delle Ande domina il paesaggio
nella regione di Santiago. Santiago del Cile offre al visitatore la possibilità di numerose visite al mare, in
campagna, in montagna. Viaggiando fra verdi valli si raggiunge l'Oceano
Pacifico con un tragitto di cento chilometri circa. Verso est, in una
quarantina di chilometri si arriva sulla cordigliera dove si trovano
centri sciistici di livello internazionale. Tutto intorno a Santiago, poi, si incontrano paesini da dove ancora si conservano le antiche tradizioni cilene ed il ritmo della placida vita di campagna. La città é attraversata da est a ovest dal fiume Mapocho. Nel pieno centro di Santiago sorge la collina di Santa Lucia, ai cui piedi si accampò nel 1541 il fondatore della città Pedro de Valdivia. Fu il primo a tracciare uno schema della città, seguendo la classica planimetria delle città spagnole. L'antica struttura si conserva ancora oggi nel centro storico. Santiago per molto tempo rimase piccola e senza importanza, come tutto il Cile, inserita nel territorio del vicereame del Perù. Solo nel XVII secolo comincia ad acquistare l'aspetto di una vera e propria città. Verso la metà del XIX secolo, Santiago come capitale di uno Stato indipendente ha conosciuto la crescita più significante, specialmente dopo la seconda guerra mondiale, diventando oggi una delle più grandi città del Sud America con più di 4 milioni di abitanti. Poco distante dal centro di Santiago, lungo il fiume Mapocho, c'é il Parco Forestale, famoso per i suoi viali di platani orientali. Qui si trova il Museo di Belle Arti, che contiene una collezione permanente di 3000 pitture, sculture, incisioni e disegni. Ulteriore attrattiva é il Mercato Centrale, un edificio in struttura metallica fabbricata in Inghilterra, che non solo ospita banchi di pesce, frutta e verdura, ma dove é anche possibile gustare specialità locali. Il quartiere Bellavista accoglie numerosi ristoranti, teatri, sartorie teatrali, gallerie d'arte, centri artigianali, caffè. Qui si trova la "Chascona", la casa dove visse il Premio Nobel per la letteratura Pablo Neruda. La vita notturna di Santiago si concentra in questo quartiere, alle cui spalle si trova il Parque Metropolitano, formato da tre colline, su cui si trova gran parte della città di Santiago. Sulla cima della collina di San Cristobal, si può ammirare, con una vista di 360°, tutta la città e la gigantesca statua della Vergine dell'Immacolata Concezione. da scoprire in particolare: Plaza de Armas, Real Casa de Aduana con il Museo Chileno de Arte Precolombiano, Palacio de la Moneda, chiesa di San Francisco con il Museo de Arte Colonial, Museo Nazionale di Storia Naturale (il più antico e uno dei più interessanti dell'America Latina).
|
|
|
|
Valparaiso & Viña de Mar |
|
Solo
cento chilometri separano la capitale Santiago da Valparaìso. La strada
passa per fra campi e paesini costruiti secondo lo stile coloniale e
giunge direttamente a Viña del Mar, una cittadina di 300 mila abitanti,
vicino al pittoresco porto di Valparaìso, chiamata "la città-giardino",
appunto per i numerosi giardini; in questo ambiente curato si trovano
numerosi locali e ristoranti tipici. Le passeggiate lungomare si possono
percorrere con romantiche "victorias", carrozze trainate da
cavalli. Ad un quarto d'ora di macchina da qui si trova Valparaìso, il
porto principale del paese, nel quale l'architettura neoclassica degli
edifici pubblici contrasta con le case colorate. A rendere particolare la
città sono le viuzze, strette e ripide, che si arrampicano sulle colline,
alla cui sommità si può accedere anche con gli ascensori pubblici.
Su
una delle collinette di Valparaiso si può visitare "La Sebastian",
casa-museo del poeta Pablo Neruda.
|
|
Arica |
|
Agli inizi del XIX secolo un visitatore inglese parlò di Arica come di uno “squallido, scomodo, miserabile e sabbioso deserto”, eppure già da prima del periodo inca essa era il “capolinea” di una importante strada commerciale sulla quale si svolgevano gli scambi di pesce, cotone, mais, patate, lana e charqui (carne essiccata) tra le popolazioni della costa e quelle della cordigliera e dell’altipiano. Quando vi giunsero gli Spagnoli alla fine del XVI secolo, Arica divenne il punto di partenza delle esportazioni della grande miniera di argento di Potosì nell’Alto Perù, l’attuale Bolivia. Benché in seguito Arica facesse parte dell’indipendente Perù, il suo sviluppo nel corso del XIX secolo fu più lento rispetto alla frenetica attività che le miniere di salnitro imposero alla zona più a sud, intorno a Pisagua e Iquique. Di fatto Arica divenne parte integrante del Cile dopo la guerra del Pacifico secondo un accordo ratificato nel 1929. Dove in passato il Perù e il Cile combatterono sanguinose schermaglie, ora Arica è diventata una località balneare frequentata tutto l’anno dai ricchi boliviani (alcuni abitanti adulti non hanno mai visto la pioggia). | |
Malgrado l’aridità, Arica
occupa una gradevole posizione alla base dello spettacolare promontorio de
El Morro da cui si gode un’ampia vista sull’oceano e sul deserto.
Quasi la metà di tutte le merci esportate dalla Bolivia passano a Arica,
il porto più vicino ai paesi confinanti, privi di qualsiasi accesso al
mare. Negli anni sessanta il Cile fece un serio tentativo di
industrializzare la regione impiantando aziende automobilistiche ed
elettroniche, che avrebbero potuto ricevere l’energia elettrica
necessaria dalla centrale idroelettrica creata deviando il corso del Rio
Lauca in un bacino sulla precordigliera. Il progetto si rivelò un
fallimento, ma grazie al commercio internazionale e alla capillare
promozione della regione come zona extra-doganale, la città in breve
tempo è cresciuta fino a raggiungere 160.000 abitanti. Arica è anche un
punto di partenza per interessanti visite nei dintorni, come la
Valle Azapa con il suo Museo Archeologico che ospita una eccezionale raccolta di
reperti dal VII secolo a.C. fino all'invasione spagnola. A 10 km a nord di
Arica si possono ammirare i geoglifi
precolombiani di Lluta. Proseguendo
nell'alta valle Lluta si possono ammirare i bellissimi panorami di
montagna dove crescono i cactus candelabri. Arrivando a Copaquilla,
affacciata su uno spettacolare canyon, sorge la fortezza
Pukarà de
Copaquilla, costruita per proteggere le terre indie coltivate nel
fondovalle.
|
|
Iquique |
|
Iquique, prima dell'invasione spagnola, fu un piccolo villaggio abitato dagli indios Chango che vivevano del commercio di pesci e guano. Dopo la colonizzazione spagnola, grazie alla ricca vena d'argento a Huantajaya e con lo sviluppo dell'industria dei nitrati nel XIX secolo, la città crebbe, divenne importante porto e acquistò importanza e ricchezza. Iquique, nel nord del paese, é famosa anche per le sue spiagge e le case che ricordano il ricco passato di città mineraria. | |
|
Di quei tempi rimangono tra l'altro il
teatro del XIX secolo e la Plaza de Armas dominata dalla torre
dell'orologio e circondata di ricchi edifici in stile vittoriano. Oggi
Iquique ha 140.000 abitanti ed é un importante porto. La sua attività
principale non sono più le miniere, ma la pesca - è anche il più grande
porto mondiale per la farina di pesce. Grazie alla zona franca
costituita nel 1975, Iquique è una delle città più ricche del Cile. Vicino a Iquique vi sono paesini dal fascino irresistibile. E' il caso di
La Tirana, un villaggio dedicato al culto religioso. Le sue case rimangono
chiuse tutto l'anno e vengono aperte solo dal 12 al 18 luglio, periodo nel
quale giungono da ogni parte migliaia di persone a celebrare il culto della
Vergine del Carmen.
|
Calama |
|
Calama
è principalmente legata alla
miniera di rame di Chuquicamata, la più grande nel mondo miniera a cielo
aperto. Non ha particolari attrattive turistiche, ma è il punto di
partenza per visitare le attrattive
più spettacolari della regione: i geyser dell'altopiano del
Tatio, il
Salar di Atacama, la Valle della luna, i villaggi di Toconao,
Chiu Chiu, Caspana, la fortezza di
Lasana, ed infine San Pedro de Atacama.
|
|
San Pedro de Atacama |
|
San Pedro è un villaggio che sorge in un’oasi all’estremità settentrionale del Salar de Atacama, un lago salato quasi completamente evaporato. A est del Salar si ergono imponenti vulcani, la maggior parte dei quali non è attiva. Nelle immediate vicinanze c’è anche la pittoresca Valle della Luna, uno dei luoghi più suggestivi della zona di Atacama. San Pedro de Atacama è un'oasi situata a 2440 m sul livello del mare ed è abitata da circa 1000 persone. | |
Quasi tutte le case sono
costruite con mattoni cotti al sole separate da cinte di mura fatte sempre
di mattoni. Agli inizi del nostro secolo San Pedro de Atacama diventò una delle
soste principali durante le transumanze delle mandrie dalla provincia
argentina di Salta alle oficinas del salnitro sparse nel deserto.
Circa 15 km a ovest di San Pedro, la strada statale di Calama attraversa
un’area di formazioni policrome create dall’azione del vento e delle
piogge. Ogni luogo in cui il deserto crea strane forme di terra viene
chiamato dai Sudamericani “Valle della Luna”, ma questa zona merita
senz’altro di essere visitata.
A quota 4300 metri, 95 km a nord di
San Pedro, si possono ammirare i più alti geyser del mondo: El Tatio.
Osservare
il vapore delle fumarole all’alba nell’azzurra limpidezza
dell’altipiano è un’esperienza indimenticabile.
|
|
Puerto Varas |
|
Puerto
Varas sorge sulla sponda sud-orientale del Lago
Llanquihue. Diversamente
da molte città cilene, ha una pianta stradale molto irregolare a causa
soprattutto della sua topografia collinare e della tortuosa linea del
lago. La maggior parte dei luoghi di interesse turistico si concentra in
una piccola area delimitata da Poartales, San Bernardo, Del Salvador e la
sponda del lago. Oggi è principalmente il punto di partenza per la traversata
turistica del lago Todos Los Santos ed porta d'ingresso al
Parque Nacional
Vicente Perez Rosales, regno dei laghi e dei vulcani su disteso su 251.000
ettari e il primo parco nazionale cileno istituito nel 1926.
|
|
Puerto Montt |
|
Fondata
da coloni tedeschi verso la metà del XIX secolo, Puerto Montt è una
delle più importanti città del Cile meridionale. Gli edifici più
antichi sono in stile mitteleuropeo, con case dalle facciate in pietra non
tinteggiata, i tetti appuntiti e le bizzarre terrazze riccamente decorate.
Il centro di Puerto Montt è in stile moderno, mentre la cattedrale, che sorge nella Plaza
de Armas, costruita completamente con legno di sequoia nel 1856, è
l’edificio più antico. Grazie alla sua posizione, Puerto Montt è un
punto di partenza per visitare la regione dei
laghi, l'isola Chiloé
e la
Patagonia cilena.
|
|
Isola Chiloé |
|
L'Isola
Chiloé è la più grande isola di un piccolo arcipelago e capoluogo della
provincia omonima. Lunga 180 km e larga 50, è ricoperta di fitti boschi
che crescono sulle sue alture. Prima dell'arrivo degli Spagnoli, l'isola
fu abitata dagli indios Huiliche di cui la principale attività era
l'agricoltura e in primo luogo la coltivazione delle patate.
I principali
centri abitati come Ancud (oggi la più grande città dell'isola), Castro
(fondata dagli Spagnoli nel XVI secolo) e Quemchi conservano ancora oggi
nei loro sobborghi le case costruite sulle palafitte per poter ancorare le
barche durante l'alta marea. Nei piccoli villaggi disseminati sull'isola
Chiloé,
in maggioranza sulle coste, si possono ammirare molte vecchie chiese
in legno. I suoi abitanti si dedicano in prevalenza all'agricoltura e alla pesca. L'isola Chiloé è collegata con il resto del territorio cileno dai traghetti.
|
|
Punta Arenas |
|
Sul lato occidentale dello Stretto di Magellano, ai piedi delle Ande meridionali, sorge la città di Punta Arenas, capitale della provincia Magellanes, fondata nel 1848 come colonia penale e presidio militare e porto che controllava il traffico marittimo diretto verso California durante il periodo della febbre dell'oro. | |
Inizialmente l'economia di Punta Arenas si basava sulla lavorazione e vendita delle pelli,
del legname e sull'estrazione del carbone, dell'oro e del guano. Ma la
vera fortuna è arrivata dopo l'importazione di 300 ovini dalle isole
Falkland per sperimentare la possibilità di allevamento. Il successo di
questa operazione fu tale che dopo poco tempo (all'inizio del XX secolo)
il loro numero era cresciuto fino a circa due milioni. Verso la fine del
XIX secolo, Punta Arenas ha visto arrivare molti immigrati dall'Europa che
svilupparono il commercio di lana aumentando gli allevamenti. Alcuni di
loro, come la famiglia Menéndez, divennero i più ricchi e potenti del
tutto il Sud America. da scoprire in particolare: Plaza de Armas, Cementerio Municipal, casa Braun-Menéndez, pinguinera Seno Otway (colonia dei pinguini di Magellano), Fuerte Bulnes (forte del XIX secolo, a 55 km da Punta Arenas).
|
|
Puerto Natales |
|
Puerto Natales, città portuale con 18 000 abitanti a circa 250 Km a nord-ovest di Punta Arenas, con cui è collegata da una buona strada selciata, sorge sul litorale orientale del Seno Ultima Esperanza (Baia-Canale Ultima Speranza). La zona di Puerto Natales fu raggiunta dai primi europei che cercavano una rotta verso il Pacifico, già nel XVI secolo. | |
|
Ma a causa
dell'opposizione delle popolazioni locali, il primo insediamento fu
stabilito nel XIX secolo, quando l'esploratore tedesco Hermann Eberhard
fondò un grande allevamento ovino. L'economia di Puerto Natales ancor oggi dipende
dalla lavorazione della lana, della carne di montone e dalla pesca, ma di
recente è cresciuto notevolmente il flusso di turisti ed escursionisti
che per raggiungere il Parque Nacional Torres del Paine fanno tappa in
città. Da qui inoltre è possibile raggiungere facilmente il Parque Nacional Bernardo O’Higgins e la famosa Cueva del Milodon (Grotta del Milodon).
|
Parco Nazionale Torri del Paine |
|
Le Torri del Paine sono maestose montagne di granito che si ergono quasi verticalmente per più di 2000 metri sulla steppa della Patagonia. Ma le Torri e le altre imponenti vette sono soltanto una delle particolarità di quello che è forse il più bel parco nazionale del Sudamerica, caratterizzato da scintillanti laghi turchesi, torrenti e fiumi scroscianti, ripide cascate, ghiacciai, fitte foreste e fauna e flora ricchissime. Adesso la zona delle Torri del Paine sta lentamente superando le conseguenze dovute a un eccessivo sfruttamento dei suoi pascoli, delle foreste, della fauna e della flora che si protrasse per quasi un secolo prima della creazione del parco. Qui ora vivono in piena libertà popolosi branchi di guanachi in costante aumento, stormi di struzzi americani (rhea) inabili al volo o nandù, di condor andini, di fenicotteri e molte altre specie. Dal 1978, il parco delle Torri del Paine e’ parte integrante del sistema Biosphere Reserve (Riserva di biosfera) delle Nazioni Unite. | |
Senza dubbio un grande successo di conservazione ottenuto dal parco
riguarda il guanaco (Lama Guanicoe) che ora pascola libero e protetto
nelle aperte steppe dove il puma, per natura suo principale nemico, non può
avvicinarsi senza essere scoperto.
|
|
Isola di Pasqua (Rapa Nui) |
|
Esiste un concentrato di misteri a 4000 km. di distanza dalle coste del Cile chiamato Isola di Pasqua. Su una superficie di soli 162 kmq, priva o quasi di vegetazione a causa del disboscamento attuato nel corso dei secoli dai suoi abitanti, su un territorio disseminato di coni vulcanici, visse una popolazione che lasciò vistosi resti del suo passaggio: gigantesche statue di pietra, tavolette incise in una scrittura non ancora decifrata, grotte ricche di oggetti rituali, un patrimonio di leggende e di miti. | |
A più di 260
anni dalla scoperta, avvenuta ad opera dell'ammiraglio olandese Jacob
Rogeveen, si dice che il patrimonio nascosto dell'Isola di Pasqua, che i suoi
abitanti chiamavano Te Pito o Te Henua, l'ombelico del mondo, sia ancora
immenso. Ma quelle che sino ad oggi hanno fatto galoppare la fantasia di studiosi e semplici appassionati di viaggi sono le gigantesche statue di pietra, i moai. Il primo a tentare di dare una risposta su chi avesse compiuto quelle opere eccezionali, chi mai avesse potuto erigerle - si tratta di blocchi monolitici anche di dodici metri - fu un archeologo norvegese, Thor Heyerdahl. Nel 1955 organizzò una spedizione archeologica che tentò di risolvere il mistero. Secondo gli studi di Heyerdahl, i moai rappresentano personalità importanti deificate dopo la morte. Di difficile spiegazione é l'elevato numero delle statue - circa un migliaio erette fra il 1100 e il 1680 - ed il fatto che siano in numero pari. |
|
Una teoria vorrebbe che le statue
rappresentino il vincitore di
una gara-rito, quello dell'uomo-uccello, che veniva compiuta ogni anno. Il
primo tra i ragazzi che riusciva a raggiungere a nuoto Motu Nui (isolotto
davanti alla scogliera del villaggio sacro di Orongo) e riportare a terra
un uovo di starna, diveniva il capo religioso. Il rito durò sino alla metà
del XIX secolo.
Vi sono diverse teorie anche per quanto riguarda il metodo
per erigere le statue; una di esse sostiene che i blocchi di pietra
venivano fatti slittare su tronchi levigati, a mò di rullo. Per
innalzarli si creava col terreno, sotto la statua, un piano inclinato
sempre più in pendenza, fino a che essa si trovava in posizione eretta.
Si ritiene che l'Isola di Pasqua fosse abitata da due popolazioni, quella
"dalle orecchie lunghe", per l'abitudine di portare pesanti
orecchini e proveniente da oriente, e la popolazione "dalle orecchie
corte" di origine polinesiana. I due gruppi vissero pacificamente per
circa due secoli, poi entrarono in guerra ed ebbero la meglio le Orecchie
corte. Durante il periodo di scontri molte statue vennero distrutte, altre
che erano sulla via di essere erette furono abbandonate sul terreno, altre
appena abbozzate nella roccia. Fu questo lo scenario che si presentò nel
1722 agli olandesi quando sbarcarono sull'isola. Dal 1864 in poi
cominciarono a stabilirvisi anche dei coloni bianchi, che portarono con sé
le malattie, il crudele uso della schiavitù, fatti che contribuirono a
decimare la popolazione preesistente, già ridotta a dimensioni minime.
|